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Intreccio urbano: la Torre UniCredit nella trama di Milano


In questa opera, parte della collezione La trama di Milano, ho scelto di lavorare sulla Torre UniCredit, uno degli edifici più iconici del nuovo skyline cittadino. Ho utilizzato la mia tecnica dell’intreccio, un processo manuale e concettuale che unisce due immagini in un’unica superficie visiva stratificata.

La torre, progettata dall’architetto argentino César Pelli, è il grattacielo più alto d’Italia: raggiunge i 231 metri includendo la sua guglia, e sorge al centro di Piazza Gae Aulenti, uno dei simboli del rinnovamento architettonico e urbanistico di Milano. La sua forma curva, le superfici riflettenti e la verticalità slanciata l’hanno resa subito un riferimento visivo e simbolico della città contemporanea.

Per me, l’immagine dell’architettura non è mai statica.
Parto da una fotografia, o da una sua variante digitale, che stampo in doppia copia. Le due versioni vengono poi tagliate in strisce — una verticale, l’altra orizzontale — e intrecciate a mano, come si intrecciano trama e ordito in un tessuto. Il gesto è semplice, ma si carica di intensità fisica e percettiva.

In questo intreccio, la Torre UniCredit perde la sua rigidità geometrica e si trasforma in qualcosa di fluido, pulsante, quasi organico. Le sue linee si piegano, si scompongono, si moltiplicano. La struttura rimane riconoscibile, ma la visione è instabile: ciò che era fisso diventa mobile, ciò che era architettura diventa trama visiva.

Non voglio solo rappresentare la città, ma trasformarla.
Attraverso questa tecnica, cerco di offrire un’esperienza percettiva che invita a guardare diversamente, a rallentare lo sguardo, a perdersi nei dettagli e nelle assenze. Ogni intreccio è unico e non replicabile.
Contiene la traccia dell’origine visiva, ma anche la memoria del gesto.

Con La trama di Milano sto costruendo un atlante emotivo e percettivo della città, un archivio fatto di forme intrecciate, architetture smaterializzate, immagini che oscillano tra memoria e visione.


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Intreccio: quando le immagini diventano trama


In un’epoca in cui l’immagine è ovunque – fluida, digitale, replicabile all’infinito – ho sentito il bisogno di rallentare lo sguardo. Di attraversare la superficie visiva, e riscoprire il valore del gesto manuale, del frammento, dell’imperfezione. È da questo bisogno che nasce la mia tecnica, che chiamo intreccio visivo.

La tecnica

Si tratta di una tecnica mista e sperimentale, che unisce immagini di diversa origine in un processo artigianale e concettuale di trasformazione. Le fonti iconografiche sono molteplici: fotografie scattate da me, immagini elaborate digitalmente, materiali generati tramite intelligenza artificiale, oppure elementi provenienti da riviste, libri illustrati, giornali, fino ad arrivare a mie opere pittoriche su carta.

Il processo varia in base alla natura dell’immagine. Quando parto da una fotografia o un’immagine digitale, stampo due versioni della stessa immagine, con leggere variazioni di scala, contrasto, posizione o tempo. Creo così un “doppio” da intrecciare. In altri casi, soprattutto quando utilizzo fonti cartacee trovate o opere pittoriche originali, accosto due immagini differenti, scelte per affinità cromatiche, concettuali o visive.

A quel punto, inizia la parte fisica e meditativa del lavoro: taglio una delle due immagini in strisce verticali, a volte dritte, altre volte con un andamento ondulato, quasi come un battito ritmico. L’altra immagine viene tagliata in strisce orizzontali. Poi intreccio le due griglie come si intrecciano trama e ordito in un tessuto.

Il risultato

Un’immagine nuova, stratificata, viva. Qualcosa che vibra. L’occhio riconosce il soggetto, ma non lo afferra del tutto: è come se fosse immerso in un liquido, oppure affiorasse dalla memoria. C’è un’oscillazione continua tra ordine e disordine, tra immagine e materia, tra visione e percezione.

Ogni intreccio è unico. Non replicabile. Porta con sé la fisicità del gesto, ma anche la traccia della sua origine visiva. Il mio obiettivo non è solo produrre un oggetto estetico, ma creare un’esperienza percettiva: un invito a guardare diversamente, a rallentare, a perdersi nei dettagli, nelle pieghe dell’immagine, nelle sue assenze.

In questo senso, l’intreccio diventa per me un atto poetico, un modo per dialogare con il tempo, con la memoria, con il caos visivo del presente. È il mio modo di riportare il corpo dentro l’immagine. E anche, forse, di ricucire uno sguardo.

La sperimentazione

Se vuoi vedere alcune delle mie opere realizzate con la tecnica dell’intreccio, puoi seguirmi su Instagram, dove condivido immagini, video e momenti del mio processo creativo.
👉 Instagram

Attualmente sto lavorando a diverse collezioni tematiche: tra queste, La trama di Milano, ispirata alla mia città, e Trame d’autore, che rielabora immagini iconiche della storia dell’arte. Le opere sono disponibili in occasione di mercatini, eventi d’arte e mostre: se vuoi restare aggiornato, ti invito a iscriverti alla newsletter o a scrivermi direttamente.


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Duomo- galaxy


Nel cuore di Milano, dove storia e modernità si intrecciano, il Duomo si erge come un simbolo di maestosità architettonica.

L’opera intitolata “Duomo – galaxy” cattura questa icona in modo affascinante, invitando lo spettatore a riscoprire la città attraverso uno sguardo nuovo.


La collezione: La Trama di Milano

Quest’opera non è una semplice rappresentazione del Duomo: è una sua reinvenzione.
Attraverso fotografie ritagliate, disposte a mano e ricomposte, l’artista dà vita a un arazzo visivo che dissolve i confini tra realtà e astrazione.
La città perde i suoi contorni rigidi, lasciando emergere una nuova profondità.
Ogni frammento del collage contribuisce a un racconto più ampio, che riecheggia la vitalità e la complessità di Milano stessa.

Tecnologia, immaginazione e galassie interiori

Le immagini utilizzate nell’opera sono state create anche con l’aiuto dell’intelligenza artificiale, una scelta deliberata e coerente con la poetica dell’artista, da sempre appassionata di tecnologia come strumento creativo.
Lo sfondo galattico che avvolge l’intera scena non è casuale: richiama l’interesse personale dell’artista per l’astrofisica e il genere fantascientifico—mondi dove l’immaginazione non ha limiti e dove realtà e visione si fondono, proprio come nel suo lavoro.
In questo modo, l’opera diventa anche una mappa cosmica dell’interiorità, un ponte tra Milano e l’universo.

L’Arte dell’intreccio

L’intreccio di immagini, come tecnica, consente un’esplorazione unica dello spazio e del tempo.
Decostruendo e ricomponendo le immagini, l’artista sfida la nostra percezione, spingendoci a guardare oltre la superficie.
Questa modalità non solo valorizza la bellezza architettonica del Duomo, ma racconta anche la natura dinamica di Milano—una città in continua trasformazione, ma profondamente ancorata alle sue radici.ùTecnologia, immaginazione e galassie interiori

Una Reverie Notturna

La palette notturna dell’opera, ricca di blu profondi e bagliori stellati, evoca un senso di meraviglia.
Invita l’osservatore a perdersi tra le ombre del Duomo, a interrogarsi sulle storie che si nascondono nella notte.
Quali segreti custodisce? Quali sogni sono intessuti nel tessuto di questa città antica?
Il gioco di luci e ombre nel collage riflette la complessità della vita urbana, dove ogni angolo rivela una nuova scoperta.


Nuove Visioni all’Orizzonte

Con l’annuncio di “nuove visioni in arrivo”, cresce l’attesa per ciò che verrà.
Quest’opera ci ricorda che l’arte è un organismo vivo, in costante evoluzione, proprio come la città che rappresenta.
Ogni lavoro è un passo in avanti, un invito a esplorare e comprendere più a fondo il mondo che ci circonda, con occhi nuovi e mente aperta.


“Duomo – galaxy” è molto più di un’esperienza visiva: è un invito a immergersi nella ricca trama della vita milanese.
Attraverso questa opera, ci viene ricordato che la bellezza si cela sia nel familiare che nell’inaspettato.
Lasciamoci ispirare dalla trama sottile e potente che unisce luoghi, storie e visioni—proprie e collettive.


Fammi sapere se vuoi adattarlo anche in versione breve per social o scheda mostra.

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Dietro le quinte di “La trama di Milano


Milano è una città di contrasti: dove l’architettura storica incontra l’innovazione contemporanea, e ogni angolo può sorprendere.
Come artista nata e cresciuta in questa città vibrante, sento da sempre il desiderio di raccontarla attraverso nuove prospettive, mescolando reale e immaginato.

La mia ultima collezione, La trama di Milano, è un omaggio a questi momenti sospesi. Ogni opera nasce da un intreccio tra immagini creando composizioni che modificano e ampliano la percezione dei luoghi.


Il processo creativo: immagine, immaginazione e tecnologia

Tutto inizia quindi con un’immagine. A volte è una fotografia che scatto camminando per Milano; altre volte, è un’immagine generata con strumenti di intelligenza artificiale, che mi permettono di esplorare una versione più onirica e aperta della città.
La tecnologia, per me, è parte integrante del processo artistico: un’estensione dello sguardo, capace di espandere il linguaggio visivo e aprire nuove possibilità narrative.


Perché Milano? Perché adesso?

Milano non è solo la mia città natale: per me è fonte di ispirazione.
In un momento storico in cui le città si trasformano rapidamente, sento il bisogno di fermare lo sguardo sull’adesso, e allo stesso tempo di immaginare ciò che potrebbe essere.

Attraverso la fusione tra immagine reale e visione artificiale, cerco di raccontare la memoria, la trasformazione e la convivenza possibile tra natura e paesaggio urbano.


Per collezionisti e amanti dell’arte

Le opere della collezione La trama di Milano sono disponibili come originali e stampe fine art in diversi formati.
Ogni pezzo porta con sé un frammento dell’anima milanese e invita a scoprire la bellezza nei luoghi meno evidenti.

Per saperne di più, esplorare altri lavori o richiedere informazioni su disponibilità e acquisto, potete contattarmi direttamente o visitare il mio profilo Istagram